Vinitaly 2024: successo per il padiglione Sicilia, il più visitato assieme al Veneto
Scritto da Alda Fantin il 20 Aprile 2024
Si è da poco conclusa la 56esima edizione di Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati, e la Sicilia ha avuto un ruolo da protagonista con numeri impressionanti: tremila metri quadrati di padiglione, 140 cantine espositrici, 12 Consorzi di tutela e un’affluenza quotidiana incessante di visitatori, buyer e addetti ai lavori, anche nelle aree dedicate alle produzioni bio e all’olio. Un calendario ricchissimo anche in prospettiva del 2025, anno in cui la Sicilia sarà “European Region of Gastronomy“.
Lo storico Padiglione 2 è stato il più visitato (dopo il Veneto, padrone di casa), confermando così la Sicilia fra le destinazioni più carismatiche per il vino di qualità ma anche per il valore del capitale umano che è riuscita ad esprimere. «Il vino siciliano va avanti sulle gambe della nuova generazione grazie al lavoro visionario che i loro nonni e i loro genitori hanno realizzato, trasformando la terra dei vini sfusi in un brand enologico internazionale. Adesso lasciamo fare ai giovani» ha detto il direttore dell’assessorato regionale all’Agricoltura Dario Cartabellotta.
Tra le novità di quest’anno la presenza del Consorzio Faro Doc con le 15 cantine produttrici di Faro, il vino messinese per eccellenza con una produzione che si affaccia sui due mari della città dello Stretto, lo Ionio e il Tirreno. Presente anche una delegazione legata al Mamertino Doc e tantissime atre realtà dalla zona di Marsala fino all’Etna, molte delle quali gestite dalla quarta generazione di giovani donne. Tutte queste madrine portavano al petto una spilla per ricordare Marisa Leo, vittima di femminicidio in Sicilia. Marisa faceva parte di Donne del Vino e lavorava come responsabile marketing di una cantina di Mazara del Vallo. Il Vinitaly siciliano si è aperto con un omaggio alla sua memoria.
Due i già confermati colossi che trainano l’economia del vino della regione: il consorzio del Nero d’Avola e il Consorzio dei vini dell’Etna Doc. Quest’ultimo si è reso protagonista di numerose iniziative ed è subito parso come il percorso più seguito per via delle numerose realtà legate all’Etna Doc, un vino versatile da cui si ricava il bianco, il rosso, il rosato e lo spumante. Il vulcano ha quindi alzato l’asticella mentre altre realtà si sono consolidate: dai produttori dello zibibbo ai vini della Malvasia. Il grillo, altro vitigno autoctono dell’Isola, è in netta crescita con un più 20% di vendite nel 2023.
C’è ancora da fare per promuovere l’esperienza enologica e i percorsi legati alla cultura vinicola, ma sembra che finalmente si stia seguendo la direzione giusta. La diversità dei terroir dell’Isola, l’aumento della produzione vitivinicola, le tecniche di vinificazione sempre più sofisticate e l’interesse crescente di un mercato attento alle novità sono tutti elementi che hanno reso l’esperienza siciliana al Vinitaly 2024 una delle più rilevanti a livello mondiale.