Venezia 77: Leone d’oro alla carriera per Ann Hui e Tilda Swinton
Scritto da Redazione il 21 Luglio 2020
ANSA – Una delle più affermate registe del continente asiatico, Ann Hui, figura cardine della ‘Hong Kong New Wave’, e un’attrice iconica, la britannica Tilda Swinton, la cui versatilità interpretativa, unita all’androgina bellezza, ne fa un simbolo del cinema contemporaneo. Sono le vincitrici dei Leoni d’Oro alla Carriera per la 77/a Mostra internazionale del Cinema di Venezia, evento-laboratorio di inventiva e nuove soluzioni nell’epoca Covid, una mostra “non autarchica, ma internazionale”, che si terrà tra dal 2 al 12 settembre prossimi.
I riconoscimenti sono stati decisi dal Cda della Biennale di Venezia, che ha fatto propria la proposta del direttore della Mostra Alberto Barbera. Le due ‘leonesse’, Hui e Swinton, saranno entrambe presenti alla kermesse del Lido.
“Sono davvero felice – ha dichiarato Ann Hui – di ricevere questa notizia e sono onorata per il premio! Sono così felice che non riesco a trovare le parole. Spero solo che nel mondo tutto volga presto per il meglio e che ognuno possa sentirsi di nuovo felice come io mi sento in questo momento”.
“Porto nel cuore questo grande festival da tre decenni – ha commentato invece Tilda Swinton -. E’ con grande umiltà che ricevo questo riconoscimento. Sarà per me una vera gioia venire a Venezia, soprattutto quest’anno, per celebrare l’immortale arte del cinema e la sua ribelle capacità di sopravvivenza di fronte a tutte le sfide che il cambiamento può porre a noi tutti”.
Alberto Barbera ha tratteggiato la figura delle due vincitrici e i motivi che hanno portato alla scelta di attribuire a due artiste così diverse i Leoni alla Carriera.
“Ann Hui – ha detto il direttore della Mostra del Lido – è una delle registe più apprezzate, prolifiche e versatili del continente asiatico, la cui carriera copre quattro decenni e attraversa tutti i generi cinematografici. Da subito riconosciuta come una delle figure cardine della cosiddetta Hong Kong New Wave (movimento cinematografico che tra la fine degli anni Settanta e gli Ottanta rivoluzionò il cinema hongkonghese) ha diretto film di generi molto diversi, dal melodramma alla ghost story, dal film semi-autobiografico all’adattamento di importanti testi letterari, senza trascurare i drammi familiari, i film di arti marziali e il thriller. È stata anche uno dei primi registi della scena hongkonghese a unire materiale documentario al cinema di finzione”. Poi il tributo all’anti-convenzionalità di un’attrice come Swinton. “Tilda Swinton – ha osservato Barbera – è unanimemente riconosciuta come una delle interpreti più originali ed intense affermatesi sul finire del secolo scorso. La sua unicità riposa su una personalità esigente ed eccentrica, una versatilità fuori del comune, la capacità di passare dal cinema d’autore più radicale a grandi produzioni hollywoodiane, senza mai rinunciare al proprio inesausto bisogno di dar vita a personaggi inclassificabili. Ogni sua interpretazione è una sfida temeraria alle convenzioni, siano esse artistiche o sociali, il frutto della necessità di mettersi continuamente in gioco senza mai accontentarsi dei risultati raggiunti”.