Teatro&dibattito al Liceo “L. Valli” di Barcellona P.G. : Penelope e Odisseo, simboli sociali e culturali
Scritto da Valentina Di Salvo il 16 Febbraio 2019
Il 15 febbraio, nel teatro del Liceo Classico Luigi Valli di Barcellona P.G., sono stati messi in scena due monologhi scritti dal Maestro Giuseppe Messina: Il tormento di Penelope, con l’attrice Rosemary Calderone, e La collera di Odisseo.
Le rappresentazioni sono state accompagnate dalla musicista Laura Paone.
Iniziativa culturale fortemente voluta dal Maestro Messina e supportata dalla Dirigente del complesso liceale “Medi” Domenica Pipitò, dedicata al pubblico di docenti e studenti delle prime classi del Liceo.
«Non si tratta di mere rappresentazioni – dice la Dirigente nel discorso di apertura – è possibile sviscerare il poema e contestualizzarne le dinamiche avviando un dibattito costruttivo che riguarda tutti. Ad esempio il martirio di Penelope causato dai Proci può essere paragonato al bullismo. Perché in effetti, ciò che subisce, sono veri e propri atti di bullismo».
La letteratura è uno scrigno di simboli: metafore sociali da interpretare e analizzare.
L’attrice Rosemary Calderone ha portato sulla scena Il tormento di Penelope suscitando l’emozione di tutti gli studenti che non hanno perso l’occasione di esprimere il proprio entusiasmo.
Dolore, assenza, vuoto. Ma anche dedizione e perseveranza. Sono questi i sentimenti espressi dal personaggio attraverso i movimenti, la vibrazione della voce e lo sguardo al culmine dell’angoscia.
Rosemary Calderone, attrice di cinema e televisione più volte premiata, ha la capacità di vestire la pelle di qualunque personaggio elaborando le proprie caratteristiche e il proprio mondo emotivo al fine interpretativo.
«Ho sempre desiderato interpretare il personaggio di Penelope ed è grazie al Maestro Messina che ho potuto concretizzare il mio desiderio – dichiara l’attrice –. Penelope, per me, rappresenta la Donna, la Donna di ieri ma anche di oggi, costretta ad aspettare il marito o il figlio partito per una guerra che non gli appartiene. Siamo perennemente in guerra ed è necessario ricordare sempre il valore della vita. Penelope è una Donna forte che ha cresciuto il figlio da sola e aspetta la persona amata soffrendo ogni giorno, come tante donne nel mondo. Credo che mettere in scena i monologhi nelle scuole sia importante per migliorare la crescita culturale ed empatica. Non si tratta solo di narrare un episodio letterario quanto di spingere il pubblico a percepire e comprendere l’altro: capire l’amore dell’altro ma anche la sofferenza. E Penelope ne è un esempio perché lei è tutto questo».
Dirompente il monologo La collera di Odisseo messo in scena proprio dal Maestro Messina.
Rabbia, dovere, frustrazione, forza.
Odisseo è stato colto in uno dei momenti fortemente drammatici del poema: il ritorno a casa e il conseguente spaccato psicologico dovuto alla necessità di uccidere.
Penelope e Odisseo sono personaggi scagliati nell’ingranaggio causa-effetto e con lucidità analizzando se stessi e il contesto, descrivendo la brutalità della guerra dove “il dolore è uguale per tutti e il sangue ha lo stesso colore”.
I monologhi sono stati accompagnati dagli interludi della talentuosa flautista Laura Paone, docente di flauto traverso al conservatorio “Arcangelo Corelli” di Messina e studiosa di musica antica.
«Nell’antichità la musica non era codificata come oggi – dichiara la musicista – si facevano dei segni sulle parole, i neumi, che a grandi linee servivano da guida. La mia è una ricerca appassionante legata a doppio filo con le parole».
La melodia della musicista ha ricostruito la dimensione emotiva e sociale dei protagonisti.
Dopo le rappresentazioni teatrali, il Maestro Messina si è intrattenuto con gli studenti analizzando i monologhi, contestualizzandoli e soffermandosi su diversi aspetti relativi al mondo degli studenti: valore della vita, rapporto figli-genitori e scuola-famiglia, bullismo, empatia, responsabilità, discernimento.
Incontro artistico e dibattito costruttivo da proporre in tutte le scuole.
«L’indifferenza – dichiara il Maestro – rende inumano l’umano, è il male della società e della cultura. Non siate indifferenti a ciò che vi circonda e abbiate il coraggio di comprendere l’altro».