Santino Smedili. “Altro giro, altra corsa”: viaggio nella memoria del nostro territorio, il 21 febbraio 2020
Scritto da Valentina Di Salvo il 7 Febbraio 2020
Con il terzo libro dal titolo “Altro giro, altra corsa” (Lombardo Edizioni) continua l’impegno intellettuale di Santino Smedili. La presentazione si svolgerà venerdì 21 febbraio, alle ore 17.00, presso l’Aula Magna dell’I.T.T. E. “Majorana di Milazzo. L’evento terminerà con un buffet.
Un amore per il proprio territorio che trapela da una scrittura elaborata e scrupolosa: con dovizia di particolari Santino Smedili ricostruisce una parte della memoria del nostro territorio, quella che le nuove generazioni hanno smarrito, per riportare alla luce quei valori umani, di semplicità, che l’autore conosce bene.
Dopo “Dalla Sena in poi” e “Non avevamo l’età”, sempre a cura della Lombardo Edizioni, ecco “Altro giro, altra corsa”.
«Un viaggio emozionante, lungo vent’anni – svela l’autore – che porterà il lettore lontano nel tempo, in una Milazzo che solo i più grandi possono ricordare. Dalla Sena alla via Cumbo Borgia dove scoprire vecchi amici, e ancora in via Umberto I per incontrare persone care e gente semplice, sul lungomare della Marina Garibaldi per ammirarne la bellezza del paesaggio: le aiuole fiorite e le reti dei pescatori stese ad asciugare. E, ancora, il rione di Vaccarella per conoscere i suoi abitanti e la magia della tradizione».
Una mappa dell’interiore tracciate nella nostra cara Milazzo.
«Nel vecchio ospedale – continua Smedili – si può avere ancora l’impressione di rivedere il prof. Pracanica aggirarsi tra corridoi e la sala operatoria, con al seguito quei giovani medici che avrebbero poi continuato la sua opera, mentre fuori dall’ospedale cresceva l’attesa dei curiosi che, assistendo agli arrivi al pronto soccorso, si perdeva tra diagnosi e pronostici!».
La narrazione farà viaggiare il lettore nello spazio e nel tempo: dalle parole dell’autore al richiamo di una memoria collettiva.
«Dopo il Borgo, sede di battaglie fra ragazzi dell’epoca, torneremo delusi per non aver potuto vivere la prima avventura da Vanda e scenderemo giù, verso il porto, quindi fino al Mulino, e poi verso la vecchia stazione ferroviaria, cuore pulsante della Milazzo di un tempo. Ci spingeremo nella frazione di Acqueviole per rivivere, nei racconti emozionanti di una bambina, la vita semplice di chi arrivava a Milazzo per realizzare il sogno di lavorare nell’industria: erano i trasferisti, i continentali, la maggior parte provenienti dall’Emilia Romagna. Furono loro ad insegnarsi a costruire tubazioni e serbatoi contribuendo così ad arrestare il fenomeno migratorio invertendo la tendenza: rimasero a Milazzo perché affascinati dalla bellezza del territorio.
Con il sogno industriale il lettore assisterà alla nascita della nuova città, quella che oggi conosciamo. Lo attenderà un prete di frontiera, don Peppino Cutropia, in mezzo ad una moltitudine di ragazzi cresciuti attorno alla nuova parrocchia del Sacro Cuore… e via di corsa verso San Papino, la grotta Polifemo ed il Tono, fino a tornare in piazza, con una sosta al Bar Castelli, affollato di clienti in tutte le ore del giorno».
Si rivivrà il vociare della pescheria e del mercato del pesce, riscoprendo i volti del passato.
«Dall’atrio del Carmine al Circolo Diana sono poche decine di metri. E giunti lì, ci sarà l’Avv. Sibilla che, proprio per far decollare Milazzo dal punto di vista turistico, puntò su uno sport e diverse iniziative. Lungo il viaggio incontreremo il dott. Peppino Fogliani e l’Avv. Giambattista Impallomeni, sindaci di quegli anni; Giovanni Camarda, il Conte Ottaviano, don Pasquale Cannistrà, Nino Caragliano in arte Cilindro, Ciccio Torre, le maestranze del Mulino LO PRESTI, il Dott. Peppino Isgrò e i suoi atleti, Don Biagio La Spada, e ancora un giovane Enzo Messina in compagnia del padre, Don Vincenzo; Don Peppino Trusiano e tanti ragazzi, parecchi dei quali andati via per sempre, che sono stati amici di infanzia, compagni di scuola e di giochi, i loro genitori, le loro famiglie, le loro storie.
Altro giro, altra corsa… così diceva l’omino della giostra! Due persone in macchina… ma nei nostri ricordi possiamo farne salire di più…»