Traccia corrente

Titolo

Artista


Santa Lucia del Mela ricorda la tragedia del 1985. “Quella notte all’Heysel” di Emilio Targia, 28 maggio in diretta Facebook

Scritto da il 28 Maggio 2021

Venerdì 28 maggio, alle ore 19.30, sulla pagina Facebook del Comune di Santa Lucia del Mela (ME), si svolgerà un incontro molto interessante fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale e inserito nel calendario “Il maggio dei libri” 2021.

Trentasei anni fa, il 29 maggio del 1985, allo stadio Heysel, si giocava la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, la partita delle partite. Poi la tragedia. “Bastò un click sull’interruttore a far svanire il calore di quel sole. A precipitarci nel gelo. Mani che di colpo ora servivano a proteggersi. Canti tramutati in urla”.

Emilio Targia, autore del testo “Quella notte all’Heysel” (Sperling & Kupfer) aveva diciotto anni e ce l’ha fatta: era lì, “con il biglietto per entrare allo stadio, insieme all’amico di una vita, Giampiero”.

L’evento avrà inizio con i Saluti Istituzionali dell’Assessore Benedetto Merulla e sarà moderano dalla Prof.ssa Katia Trifirò e da Francesco Anania.

Sarà presente Iuliana Bodnari, Presidente Comitato “PER NON DIMENTICARE HEYSEL”, Stefano Tacconi, Junic ex calciatore, l’autore del testo Emilio Targia e Andrea Lorentini, Presidente Associazione Vittime Heysel.

 

IL TESTO

Ci sono incubi che si travestono da sogni e quando poi ti accorgi dell’inganno è troppo tardi. E non puoi farci niente. Il 29 maggio 1985, allo stadio Heysel di Bruxelles, è un pomeriggio di luce e bandiere che sembra scandire alla perfezione il conto alla rovescia prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, la partita delle partite. Emilio ha diciotto anni e ce l’ha fatta: è lì, con il biglietto per entrare allo stadio, insieme all’amico di una vita, Giampiero. Oltre all’eccitazione e all’entusiasmo porta con sé un piccolo registratore e una cinepresa super 8, perché ha già deciso che da grande farà il giornalista. Nello stadio, tra canti e battiti di mani, c’è una chimica speciale che assomiglia a un incantesimo. «Bastò un click sull’interruttore a far svanire il calore di quel sole. A precipitarci nel gelo. Mani che di colpo ora servivano a proteggersi. Canti tramutati in urla. E bocche spalancate, nel settore Z, come respiratori d’emergenza. La curva, un girone dell’inferno. Poi il silenzio.» Emilio Targia, sopravvissuto all’incubo di quella notte all’Heysel, racconta ciò che ha visto, che ha sentito, i suoi ricordi, fissati anche su una pellicola e su un nastro magnetico, e prova a sciogliere nell’inchiostro memoria, rabbia, dolore e paura. Per non dimenticare. Perché senza memoria saremmo luci spente.

 

L’AUTORE

Emilio Targia, romano, è giornalista professionista dal 1997. È attualmente caporedattore a Radio Radicale, dove conduce Set-Cinema fuoricampo e da quindici anni il magazine domenicale Media e dintorni. Ha scritto di sport, musica, costume e politica per quotidiani e riviste, e per il portale di Fastweb. Ha collaborato con emittenti radiotelevisive ed è stato coordinatore della redazione di Satnews del canale RaiSat. È autore di diversi libri, tra i quali Il miglior mondiale della nostra vita (Reality Book, 2014). Scrive sul sito www.juventibus.com. È membro della direzione artistica del Festival Collisioni di Barolo e membro del comitato scientifi co del portale Art Wireless.


Opinione dei lettori

Commenta