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“Romanzo d’amore”: in scena l’emozione al teatro V. Currò

Scritto da il 2 Aprile 2019

La commedia musicale “Romanzo d’amore” è stata applaudita dal pubblico che ha riempito il teatro Vittorio Currò di Barcellona P.G. domenica 31 marzo 2019.

La pièce inedita, messa in scena dall’Associazione Teatrale, Arte e Cultura “S. Cattafi”, è nata da un’idea di Filippo Motta ed è stata scritta da Giuseppe Porcino.

A occuparsi della regia sono stati Filippo Motta e Nino Trapani.

Prossimo e ultimo appuntamento domenica 7 aprile 2019 alle ore 19:00 sempre al teatro Vittorio Currò (Salesiani).

“Romanzo d’amore” è mix tra musica e parole combinando drammaticità e commedia.

Racconta la storia d’amore di Nina e Antonio nata nella sofferta cornice della strage di Marzabotto lasciando trapelare tutta la drammaticità della materia umana, relativa alla guerra ma anche al microcosmo dei personaggi, dosandola sapientemente con il linguaggio della commedia.

Emblematici i brani inediti, scritti da Filippo Motta, veicoli di narrazione e forti emozioni.

Sono stata accolta dalla compagnia teatrale dietro le quinte per svelarvi come nasce la collaborazione tra registi e scrittore e, soprattutto, come nasce la storia raccontata da “Romanzo d’amore”.

«Ho avuto l’ispirazione – dichiara l’ideatore e coregista Filippo Motta – quando ho avuto il piacere di vedere il musical “Notre Dame de Paris”, quindi molti anni fa, e siccome sono un creativo mi sono detto: perché non provarci? Allora ho scritto qualcosa… testo, canzoni… portando un po’ di materiale con me fino a quando, quasi 5 anni fa, ho conosciuto Giuseppe Porcino. Lui è rimasto incantato del progetto così ha scritto il testo».

Filippo Motta

«Trasportare l’idea di Filippo in parole – dichiara Giuseppe Porcino – è stato molto normale è spontaneo. Anche se per me scrivere un testo teatrale è stata la prima volta. Non mi era mai capitato prima. Filippo era preoccupato del fatto di non essere mai riuscito a realizzare questo sogno. Ne abbiamo parlato e con grande naturalezza io ho iniziato a scrivere. Inizialmente nei ritagli di tempo ma poi il testo ha preso forma e ci ha coinvolti. Anche le personalità della trama sono nate così, alcune studiate sul momento e aggiunte per necessità sceniche».

Filippo Motta racconta che la trama nasconde una storia vera.

«Durante la guerra mio zio, fratello di mio padre, da Gallarate (Lombardia) impiegò tre mesi per arrivare a Barcellona P.G., sempre percorrendo l’Appennino, proprio come fa Antonio il protagonista della vicenda. Anche se mio zio non era un disertore. Questo perché passare a valle era molto più rischioso. Mio zio si faceva accogliere nei paesini e in cambio faceva dei lavoretti, poi piano piano scendeva».

«Inoltre – aggiunge Nino Trapani che si occupa della regia con Filippo Motta – la strage di Marzabotto coincide con la fine della guerra, quindi funge da direttiva per aiutare il pubblico a collocare la vicenda in un arco temporale ben preciso».

Nino Trapani

“Romanzo d’amore” vanta brani inediti e cantati dal vivo mettendo alla prova gli attori della compagnia che sono riusciti a superare se stessi coinvolgendo pienamente il pubblico.

«La trama è costruita sulle canzoni – afferma Filippo Motta – quindi erano necessarie le competenze musicali e le capacità di Nino Trapani che ha fatto circa 800 registrazioni. Anche lui è stato entusiasta del progetto quando glielo proposi. Ci abbiamo lavorato da 2 anni e finalmente, oggi, abbiamo la fortuna di metterlo in scena».

«Quando Filippo mi ha parlato del progetto – dice Nino Trapani – e mi ha mostrato le bozze, ho subito accettato perché i testi erano spettacolari, soprattutto le canzoni. Abbiamo fatto i primi arrangiamenti, quindi step by step le abbiamo messe in scaletta in relazione al testo. I brani sono fondamentali, sono dei veri e propri paradigmi del recitativo».

Le canzoni descrivono il mondo interiore dei personaggi, le relazioni interpersonali e il rapporto con l’esterno.

Antonio, interpretato proprio da Filippo Motta, esordisce cantando:

“Questa guerra non l’ho voluta, la mia anima l’ho affidata a Dio” in quanto diserta non per una svalutazione valoriale quanto per un concetto di umanità universale: “Non potevo sparare alla gente, ai miei simili come fossero niente”.

Uno dei valori molto importanti trasmessi dal testo è la voglia di vita e di normalità, quella che si appella alla bellezza del quotidiano.

Antonio (Filippo Motta) e Nina (Mariadomenica Terranova)

L’arrivo di Antonio nel piccolo villaggio destabilizza gli equilibri della coppia Nina – Angelo, intensificando la trama dal risvolto inatteso.

«Angelo è un personaggio tosto – svela l’interprete Cosimo Santangelo – è l’uomo di fiducia del padre di Nina, Giulio, che comanda la comunità. Quindi Giulio affida la figlia ad Angelo perché si fida di lui ma Nina… poi vedrete cosa succederà! Posso anticipare soltanto che Angelo, inizialmente diffidente nei confronti di Antonio, a un certo punto diventa un pochino diabolico perché teme di perdere la donna, allora mette in atto un piano per fa sì che Antonio vada via. Io, in genere, prima di entrare pienamente nel personaggio fatico un po’ ma poi riesco a vestirlo benissimo. Voglio ringraziare Filippo perché, al di là dell’amicizia che abbiamo, mi ha dato la parte dicendo: “Non ti sto dando la parte per l’amicizia ma perché ho pensato il personaggio proprio per te e voglio che lo faccia tu”. Quindi se di solito do il 100%, stavolta ho dato il 120%. Inoltre mi sono misurato con i brani che canteremo dal vivo e questo non l’ho mai fatto».

Angelo (Cosimo Santangelo)

E Nina?

«Nina è una donna forte e ribelle – racconta l’attrice Mariadomenica Terranova, interprete del personaggio – che crede nell’amore ma alla fine… Chissà, non posso svelarlo. Per me Nina è stato un personaggio nuovo, è la prima volta che interpreto un ruolo così e non mi stava molto simpatica all’inizio, perché è un po’ lontana dal mio modo di essere molto comico e ironico, però ho imparato ad apprezzarla. Mi sono agganciata a delle emozioni che ho ritrovato nel mio vissuto, nella mia storia personale. Nina è lontana da me ma per certi versi mi assomiglia, quindi ho cercato di prendere quelle emozioni che ho dentro per trasmetterle a Nina».

Anche per Mariadomenica Terranova il canto è stata una sfida.

Nina (Mariadomenica Terranova)

«Non avevo mai cantato se non sotto la doccia o magari al karaoke! Non sono mancati momenti di scoramento in cui avrei voluto abbandonare ma sono stata davvero sostenuta e supportata da Filippo Motta e Nino Trapani che hanno avuto davvero una grande pazienza e li ringrazio molto per questo».

Mariadomenica Terranova non fa parte dell’Associazione “S. Cattafi” ma ha già collaborato in passato mettendo in scena altri testi.

Diverso è stato per l’attrice Rosemary Calderone, contattata per l’occasione per mettere in scena il personaggio di Elena, una donna reduce della strage che viaggia da un paese all’altro con lo scopo di avvertire gli abitanti dell’arrivo delle SS e della loro brutalità. Una sequenza pienamente intensa e drammatica che lascia lo spettatore con il fiato sospeso facendo incombere sulla platea la possibilità della morte.

Elena (Rosemary Calderone)

 

Quale messaggio nasconde “Romanzo d’amore”?

«La positività nonostante la sofferenza – afferma Filippo Motta. – Ho affrontato tutta la vita così, e questo si riversa nella mia produzione artistica. In questo caso, nella drammaticità e crudeltà della guerra c’è una storia d’amore. Una luce che nel complesso combatte l’oscurità».

In primo piano Giuseppe Porcino, scrittore del testo

L’Associazione “S. Cattafi” (direttrice Ada Di Paola) tornerà sul palco del Vittorio Currò di Barcellona P.G. domenica 7 aprile alle 19:00.

Un’ultima occasione per assistere alla commedia musicale “Romanzo d’amore”.


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