Movida messinese: misura cautelare per la figlia del boss.
Scritto da Staff il 28 Settembre 2021
I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina stanno dando esecuzione ad una misura cautelare personale e reale nei confronti di S.S. cl. 95, figlia del noto boss messinese S.S. cl. 75, con contestuale sequestro di due bar in centro cittadino, beni immobili e mobili per un valore stimato di oltre 1 milione di euro.
S.S. cl. 75, figlio di R., fratello dello storico boss L.S., poi divenuto collaboratore di giustizia, è invece recentemente balzato agli onori della cronaca nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “PROVINCIALE”.
In tale contesto le indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina ,avevano documentato come il gruppo mafioso investigato costituisse un importante riferimento cittadino per le scommesse illecite, tanto da spuntare commissioni del 40% sugli incassi delle scommesse, forte anche di consolidati rapporti con dirigenti maltese del settore, rilevando anche connessioni con esponenti della politica locale.
In particolare, l’odierno provvedimento di custodia cautelare disposto dal competente G.I.P. del Tribunale del Riesame di Messina, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia peloritana, in seguito al riconoscimento dell’esistenza operante del clan mafioso, vede indagata e destinataria degli arresti domiciliari la figlia S.S. cl. 95 del boss S. (da ritenere innocente fino a sentenza passata in giudicato), per intestazione fittizia di realtà societarie, beni immobili ed autovetture, in realtà riferibili occultamente al padre.
La donna avrebbe assunto fittiziamente la titolarità di tali attività commerciali, ubicate nel centralissimo Corso Cavour di Messina e note per essere meta preferita della movida giovanile.
Nel corso delle indagini tecniche nel tempo effettuate è emerso, infatti, come il padre prendesse decisioni autonome, senza minimamente interpellare la figlia, solo formale titolare.
In tal senso, quindi, venivano condivise le richieste formulate dalla Procura della Repubblica di Messina, ritenendo la donna un mero “schermo” del padre, consapevole del rischio di incorrere in provvedimenti di sequestro in relazione alla sua caratura criminale.
Emergeva come al boss S.S. cl. 75 fosse rimessa anche la gestione economica degli esercizi di ristorazione, oggi sottoposti a sequestro,: “… gli dobbiamo dare una stretta alle spese…… sono due giorni che faccio spese in continuazione e non va…”.
Tali elementi indiziari, uniti ad una analitica ricostruzione delle disponibilità patrimoniali acquisite nell’ultimo ventennio dal boss S.S. cl. 75 e dai componenti del suo nucleo familiare, finalizzata a verificare la compatibilità delle disponibilità patrimoniali rispetto alle illecite capacità reddituali dichiarate, restituivano un quadro che consentiva al competente Giudice di disporre l’odierno provvedimento.
Grazie al contributo delle Fiamme Gialle, con l’operazione odierna del Tribunale e la Direzione Distrettuale Antimafia si è recuperato un ampio spazio di legalità, restituendolo alla collettività onesta e reprimendo le condotte illecite a tutela delregolare esercizio degli operatori economici.