Le imprese della musica presentano un decalogo a Conte. Si calcolano perdite per 600 milioni
Scritto da Redazione il 20 Aprile 2020
Le imprese della musica hanno presentato un decalogo al Presidente del Consiglio Conte, per superare la grave crisi economica che colpirà il settore. Con la difficoltà di riprendere gli eventi live, almeno quelli programmati fino a luglio, la chiusura di tutte le attività commerciali inclusi ovviamente anche gli esercizi attivi nel commercio di musica registrata, secondo le stime di Assomusica, a fine stagione estiva ammonteranno a circa 350 milioni le perdite per il solo settore del live. A questo danno vanno aggiunte poi anche le perdite legate all’indotto, che l’associazione stima in circa 600 milioni di euro. Le associazioni di categorie calcolano che solo per gli eventi di musica popolare contemporanea lavorano circa 60mila persone: famiglie e imprese che necessitano di uno sforzo e un supporto finanziario straordinario e duraturo da parte delle istituzioni. Il decalogo prevede: Aumentare il Fondo Emergenze introdotto dal Dl Cura Italia a 200 milioni; contributo a fondo perduto per i mesi perduti a causa del lockdown; sospensione di tasse e contributi per il settore, attraverso un meccanismo di rateizzazione; estensione della durata dei voucher da 12 a 18 mesi per i concerti annullati; creazione di un bonus cultura per le famiglie; Iva al 4% per musica e spettacolo; reddito di emergenza anche per i precari del comparto; revisione delle pendenze erariali per gli organizzatori di spettacoli dal vivo per appianare tutte le asimmetrie nell’applicazione dell’Iva sugli spettacoli dal vivo; apertura di un tavolo di lavoro con la task force presieduta da Vittorio Colao per la ripresa delle attività, ma soprattutto certezza sui tempi. Senza dimenticare il mancato versamento dei diritti d’autore e connessi, in relazione alla mancata attività dal vivo e alla chiusura degli esercizi commerciali, discoteche, palestre e altri luoghi di aggregazione. Sotto il profilo dell’occupazione, il fermo delle attività ha prodotto in poche settimane effetti devastanti per centinaia di migliaia di musicisti, tecnici di fatto senza attività e con prospettive potenzialmente tragiche dal punto di vista economico.