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La grandezza di un’eredita’ ha evitato l’oblio. Il lavoro del giornalista Sergio Palumbo donato alla Regione dal fratello Massimo Palumbo

Scritto da il 24 Aprile 2022

di Valentina Michela Di Salvo

Un anno dopo la scomparsa del giornalista Sergio Palumbo, il fratello Massimo Palumbo dona l’importante lavoro documentaristico, critico e giornalistico al CRICD, Centro Regionale Inventario, Catalogazione e Documentazione. La presentazione si è tenuta a Palermo, nello storico Villino Florio, durante la quale hanno partecipato anche personalità legate in amicizia a Sergio Palumbo. L’archivio, oggi patrimonio regionale, è stato denominato “Fondo Sergio Palumbo”.

È molto difficile per me ricordare Sergio – racconta Massimo Palumbo. – Sergio è scomparso all’improvviso quando aveva ancora molti progetti da realizzare. Come è stato detto dall’Assessore Alberto Samonà e da Laura Cappugi, l’archivio, oltre ad essere una donazione, è un dono per la cultura e per la Sicilia.  Il materiale di Sergio non andrà perduto, verrà catalogato, valorizzato e messo a disposizione di studiosi e studenti. Sono lieto oggi di poter essere qui e di trasmettere il lavoro di mio fratello. Per esprimere cosa significa per me cito il Saggio sul dono di Marcel Mauss, nel testo si parla pure di questo, del fatto che l’etimologia del termine famiglia contiene il concetto di “cosa”: le cose donate contengono anche la persona, e quindi per me è una doppia emozione.”

Dopo la scomparsa di Sergio Palumbo, Massimo si è immerso nella vita del fratello giornalista, critico e scrittore, recuperando sia il suo lavoro, sia i legami affettivi. Tra i presenti al tavolo tecnico – oltre al Direttore del CRICD Laura Cappugi, il Commissario Straordinario del CRICD Pietro Giuseppe Giammalva e l’Assessore dei beni culturali e dell’identità siciliana Alberto SamonàMilena Romeo, Gloria Bonanno, Orietta Sorgi e Massimo Palumbo.

Gli interventi hanno evidenziato a vita di Sergio, le relazioni con i personaggi della cultura e il suo particolare modo di mettere in luce l’intervistato con un approccio a metà tra il giornalista e il critico. Come ha ricordato la giornalista Milena Romeo, le tecniche giornalistiche di Sergio si legavano all’approccio del critico, senza le schematizzazioni delle rigide scuole di pensiero.

Hanno portato i loro contributo anche due persone molto legate a Sergio Palumbo, l’attore Gianni di Giacomo, nipote del poeta Vann’Antò, stretto a Sergio da una profonda amicizia, e la giornalista Silvana Polizzi, che ha ricordato le loro esperienze giovanili e di come fossero pionieri del giornalismo.

L’evento è stato introdotto dalle parole dell’Assessore ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà, presente in video a causa di impegni istituzionali.

Queste le sue parole.

“L’incontro di oggi non è soltanto un evento per presentare un archivio ma è l’occasione per fare il punto sulla cultura letteraria in Sicilia. Il lavoro culturale di Sergio è molto vasto, il suo archivio contiene oltre 700 documenti ed è la testimonianza di studi di una vita che coinvolge la letteratura del ‘900, autori siciliani e italiani, e che raccoglie anche una serie di aneddoti. Nomi come Lucio Piccolo, Bartolo Cattafi, Vincenzo Consolo, Stefano D’Arrigo, Salvatore Quasimodo, Giorgio Caproni, trovano ospitalità nei testi di Sergio Palumbo, perché Sergio Palumbo si confronta con questi autori per descrivere il loro paradigma sulla Sicilia, sul mondo, sull’universo n generale. L’Archivio Sergio Palumbo è un archivio molto prezioso che racconta mezzo secolo di cultura letteraria in Sicilia. Mi vengono in mente documenti memorabili e rari come L’Intellettuale al Caffè incontri con testimoni e interpreti del nostro tempo. Ricordo l’intervista ad Alessandro Tasca junior dopo che lui tornò in Sicilia per trascorrere gli ultimi anni, l’incontro a Villa Piccolo su Scheiwiller in cui sono stati ricordati i poeti pubblicati dall’editore milanese, ricordo la pubblicazione di Sergio sempre per Scheiwiller Plumelia sulle poesie di Lucio Piccolo, e ricordo l’intervista che feci io a Sergio Palumbo su Scheiwiller ricordando molti aneddoti e testimonianze. Nel 2016 Sergio Palumbo, oltre ai tanti riconoscimenti, è stato nominato membro del comitato d’onore di Villa Piccolo. Ci tengo a ricordare la vivacità di Sergio nell’organizzare incontri culturali in tutta la Sicilia, incontri mai scontati, che tenevano le persone incollate alle sedie per ore. Sergio non fu soltanto un giornalista e scrittore, fu soprattutto un raffinato intellettuale. Oggi ci sono poche persone come lui e per chi fa politica come me, aver conosciuto e frequentato una persona come Sergio, è una delle cose che mi onora, perché Sergio mi ha donato la sua amicizia

Per anni la firma di Sergio Palumbo è stata una delle più importanti apparse selle pagine culturali della Gazzetta del Sud. Parte del suo lavoro visivo è stato ripubblicato dai giornali e dalle televisioni sia pubbliche come la Rai, sia private. Interviste ad artisti e scrittori, alcune molto rare come quella già citata di Stefano D’Arrigo, l’autore dell’Horcynus Orca, personalità difficile da intervistare. Focus filologici su Quasimodo, sui Piccolo di Calanovella, su Scheiwiller. E ancora Mario Luzi, Carlo Bo, Leonardo Sciascia, Maria Luisa Spaziani, Dacia Maraini, Josè Saramago, Virginia Wolf. Ricostruzioni sulle librerie storiche di Messina e sul circolo letterario dell’Accademia della Scocca, fucina dal quale nacque il premio Vann’Antò.

Il lavoro di Sergio Palumbo si costruiva sulla pluralità linguistica: un’intervista visiva veniva trasformata nel linguaggio radiofonico e rielaborata poi per la carta.

La sua era una cultura al servizio della società – ha dichiarato Massimo Palumbo. – Per una società migliore. Valori trasmessi da nostro padre Vincenzo Palumbo. Io e mio fratello abbiamo fatto diverse cose insieme, per esempio abbiamo pubblicato a Pisa una plaquette su Mallarmè, un lavoro di mio padre, una delle prime in Italia, prefata da Mario Luzi, presentate a Milano e Bruxelles all’Istituto della Cultura”.

Nonostante la distanza anagrafica dagli autori in attività dal fascismo fino alla fine del secolo, Sergio Palumbo ha raccolto la grandezza di quell’eredità evitando che finisse nell’oblio.

 

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Le nostre interviste con Sergio Palumbo:

 

“Orion – museo dello Stretto”: documenti, mito, tradizioni e letteratura. Sergio Palumbo e il suo work in progress

 

#interviste. Sergio Palumbo: da Colapesce a D’Arrigo a Scheiwiller tra mare, editoria e vita


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