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La comicità che ci rende liberi

Scritto da il 25 Gennaio 2019

La mia comicità non è mai stata astratta, gratuita. L’ho sempre ricalcata sulla realtà del momento

Citazione di una delle personalità proteiforme che hanno fatto la storia del nostro cinema.

«È stato attore, regista, sceneggiatore, comico, compositore, cantante, doppiatore, uomo del cinema e della televisione» dice la giornalista Alessia Bartiromo durante la rubrica “A tutto cinema” da lei curata e in onda nel programma “Momenti in Radio” di Francesco Anania.

«È stato anche speaker radiofonico! – ricorda Francesco Anania – dal ’46 al ’53!».

Si tratta proprio di Alberto Sordi, classe 1920.

Uno dei maggiori interpreti della commedia italiana ispirata alla lezione del neorealismo che ha imposto sul grande schermo l’italiano medio, indagando e mostrando le meschinità quotidiane di personaggi patetici che spesso, pur di ottenere risultati, sono pronti a strisciare e scendere a compromessi.

«Alberto Sordi è uno dei personaggi della commedia italiana che a noi piace tanto – dice la Bartiromo – ha interpretato tantissimi ruoli che sono entrati nell’immaginario del cinema italiano e internazionale. Era amato all’ora ed è amato adesso. La sua comicità è lontana da noi a livello cronologico ma non nel contenuto. Le sue erano gag semplici, pur essendo intrise di quotidianità. Riuscivano e riescono ancora a far ridere di quell’antieroe messo alla berlina. E poi era sempre elegante e faceva riflettere mandando messaggi positivi».

Scena degli spaghetti in “Un americano a Roma”

Una comicità semplice, senza scadere nel grottesco o nel grossolano nonostante le rappresentazioni delle diverse sfaccettature dell’uomo comune. Come dimenticare la scena degli spaghetti in Un americano a Rona?

«Alberto Sordi ha lavorato con personalità chiave della storia del movimento cinematografico della nostra nazione: Anna Magnani, Ugo Tognazzi, Vittorio Gasman o con Aldo Fabbrizi in Come Belva Forsennata. Poi Alberto Sordi era molto attaccato alla sua Roma e ha portato la romanità in tutto il mondo. Ci sono targhe commemorative sparse per la capitale, anche a Trastevere. Quella di Trastevere è diventata un punto di riferimento».

“I Vitelloni”

Esiste un film che identifica Alberto Sordi?

«L’arte di arrangiarsi, Un eroe dei nostri tempi, Il Marchese del Grillo, Il Conte Max, I Vitelloni nel ’53… Ci sono tantissimi film stupendi che fa piacere rivedere anche se, più che altro, di Sordi si ricordano le gag, infatti vengono spesso riprodotte anche attraverso richiami cinematografici».

Lo speaker Francesco Anania ricorda un altro film molto bello, Mafioso, un’interpretazione impeccabile nonostante la pellicola non abbia avuto successo.

Come ogni mercoledì, la rubrica curata dalla Bartiromo si è conclusa con il titolo del film della settimana: L’Agenzia dei bugiardi.

«È una commedia esilarante di Volfango De Biasi con un cast divertentissimo! Giampaolo Morelli, Massimo Ghini, Alessandra Mastronardi, Paolo Ruffini e tanti altri. La trama è molto attuale perché racconta di un’agenzia che fornisce alibi ai traditori, quindi tutto lo staff lavora per costruire l’alibi perfetto affinché il cliente non venga scoperto. Si legano vari intrecci ma la situazione si complica quando Fred, il protagonista interpretato da Giampaolo Morelli, viene coinvolto in prima persona perché il traditore da proteggere è il padre della sua fidanzata, quindi sarà costretto a mentire sul suo lavoro raccontando bugie nonostante lui odi i bugiardi e i traditori. Inoltre dovrà cercare di non far saltare la copertura del traditore. È un film stupendo, per tutte le età e fa riflettere molto».

In fondo la comicità serve a questo, che sia di ieri o di oggi: ribalta i frangenti aiutandoci a riformulare ciò che ci sta più a cuore. In un certo senso ci rende liberi.


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