#interviste. Gianluca Rando presenta “Blu” al MareFestival di Salina – Premio Troisi edizione 2020
Scritto da Valentina Di Salvo il 26 Luglio 2020
Tanta poesia in musica con il chitarrista e figlio d’arte Gianluca Rando che, durante la IX edizione del Marefestival di Salina – Premio Troisi, quest’anno dedicato al tema della salute patrocinato dall’Assessorato Regionale alla Salute, ha presentato il videoclip di “Blu”.
Il musicista è tornato sul palco dopo due anni da “Eoliana” con il nuovo progetto discografico intitolato “Blu” presentato a febbraio al Casinò e al Palafiori di Sanremo, in occasione della 70 esima edizione del Festival. Il padrino del progetto discografico è Marco Masini, che ha voluto dedicare l’introduzione e le sue note personali all’interno del CD.
Il videoclip è stato realizzato tra l’Italia e la Colombia dalla regista Valeria Di Brisco. Attrice protagonista, Serena Costa.
“Il MareFestival nel particolare è un luogo molto familiare – dichiara il musicista durante l’intervista – io sono stato musicalmente uno dei pionieri di questa manifestazione prestigiosa che mi ha dato la possibilità di confrontarmi e condividere tanta buona musica insieme a grandi artisti. L’ultima volta che sono stato qui ho festeggiato i miei 25 anni di carriera, quindi sono particolarmente legato sia ai luoghi che a tutto lo staff con il quale si è instaurato un rapporto affettivo”.
Lo stile di Gianluca Rando spazia dalla fusion al jazz, al rock, al flamenco e al pop. Ha suonato con musicisti del calibro di Sagi Rei, Nico Di Palo (New Trolls), Fausto Leali, Barbara Cola, Jalisse, Chiara Taigi, Leonardo Monteiro, Danilo Ballo (tastierista ed arrangiatore dei “Pooh” dal 2000). Ha inoltre supportato spettacoli di artisti come Enrico Montesano, Massimo Lopez, Nino Frassica, Gianfranco D’Angelo, Enzo De Caro, Serena Autieri, Caterina Vertova e Maria Grazia Cucinotta.
L’artista racconta le sue emozioni a Radio Milazzo.
Cosa ha significato per te ritrovarti alla manifestazione? Quale ricordo ti porti dietro?
Salina è un Isola molto importante. Qui ho registrato dal vivo parte delle tracce del mio penultimo disco “Eoliana”, quindi rivedere certi ambienti in contesti diversi alimenta i ricordi e dà un ulteriore spessore alle mie emozioni. Sono sensazioni che raccogli e che ti porti dietro come fossero fotografie e che quando ti ritrovi solo con te stesso inizi a sfogliare e allora rivedi i volti, i sorrisi, gli apprezzamenti e persino gli abbracci virtuali. Ovviamente, come prevedono le norme di distanziamento, le regole sono state rispettate e quindi la commozione e la stima non sono state manifestate con i classici abbracci o strette di mano ma in altri modi.
Raccontaci del modo in cui, con la tua musica, hai dialogato con il pubblico.
Il dialogo con il pubblico, ecco, l’empatia e la reciproca capacità di trasmetterci emozioni. È questo che cerco sempre ed è questo che si è ricreato la sera del 25 luglio. Ero l’ultimo in scaletta, per una questione di organizzazione dovevo chiudere la serata io ed è stato molto bello vedere la gente incollata sulle sedie a partecipare chiedendo più volte il bis, il resto te lo scordi. Infatti dovevo rimanere venti minuti sul palco e invece sono rimasto il doppio del tempo.
Ma questo, il modo in cui cerco di dialogare con il pubblico, rappresenta una componente molto importante del mio processo creativo. Io considero il pubblico in modo affettivo e di conseguenza, quando salgo sul palco, non mi limito a eseguire il pezzo o ad esibirmi in virtuosismi particolari senza fornire nessuna chiave di lettura. Io mi racconto con la musica, racconto i sapori e gli odori delle mie percezioni, quindi cerco di dire tutto questo al pubblico usando anche le parole. È giusto che loro conoscano anche il mio pensiero. La condivisione è un concetto che mi porto dietro da anni. Credo che se non si riesce a creare questo tipo di alchimia si trasmette molto poco rispetto al reale potenziale. E poi personalmente non mi divertirei. Inoltre per me questo rappresenta anche uno stimolo compositivo.
Anche il Maestro Pupi Avati, ospite dell’evento, ha espresso un’opinione sulla tua musica. Ce ne vuoi parlare?
(Sorride). Stimo moltissimo il Maestro, ho visto quasi tutti i suoi film, quindi suonare davanti a lui e presentare il videoclip di “Blu”, che in qualche modo profuma di cinematografia, è stato molto forte. E poi confrontarsi con lui e scoprire che appezza e stima la mia musica… un altro episodio che non dimenticherò mai.
C’è sempre da imparare quando ti confronti con queste pietre miliari della cinematografia, non solo dal punto di vista tecnico o per ciò che lui ha fatto per il cinema italiano e non, ma soprattutto a livello umano, ha speso delle parole molto positive che per me sono motivo di crescita. Si è complimentato anche con la regista Valeria Di Brisco e con l’attrice Serena Costa, protagonista delle scene riprese in Colombia.
Non è la prima volta che la tua strada si incrocia con quella della madrina dell’evento Maria Grazia Cucinotta. Già in passato hai collaborato con lei e con tanti altri nomi importanti nel panorama musicale.
Conosco Maria Grazia Cucinotta da diversi anni, abbiamo avuto collaborazioni in Rai tempo fa. Posso dirti che lei è una persona speciale e che, al di là del discorso professionale, c’è un’amicizia che ci lega da anni. Noi italiani abbiamo una caratteristica che ci contraddistingue, oltre alla bravura intendo, siamo persone molto umili, e lei è così. Rivederla e condividere i momenti del backstage, se pur molto brevi, mi ha regalato tanto. Hai giusto il tempo di sfogliare insieme l’album dei ricordi…
Adesso parliamo di “Blu” che, oltre a dare il nome al singolo omonimo, dà il titolo al nuovo album. Ci descrivi il tuo processo creativo? A cosa è dovuta la scelta del nome?
Il brano è nato due anni dopo l’uscita del disco registrato dal vivo “Eoliana”, che raccoglie tante tracce appartenenti ai miei dischi passati. Il live e tutt’altra cosa rispetto alle registrazioni in studio che non amo particolarmente, come ti dicevo per me arte significa condividere e creare anche insieme al pubblico. “Blu” è decisamente un disco che scaturisce durante i due anni di tour, 2018 e 2019, nei quali portavo “Eoliana”. Durante i live può capitare di cambiare un’introduzione o di lasciarti andare ad un momento di virtuosismi o improvvisazione, se il momento lo richiese, quindi ogni volta tornavo in albergo con nuove melodie e altre armonie. Erano piccole cose che rimanevano memorizzate e che portavo con me, come messe dentro un bagaglio. Alla fine del tour ho preso questo nuovo bagaglio e ho iniziato a lavorarci producendo dei veri e propri brani. La cosa curiosa era che avevano tutti un legame con l’Isola di Stromboli, luoghi ma anche persone, infatti ho voluto sottolinearlo con la scelta dei nomi. Il termine “Blu” invece ha un significato personale. Il blu è un colore profondo, intenso. In questi anni ho capito che chi preferisce il blu ha una spiccata sensibilità per i sentimenti. E “Blu” parla di sentimenti, delle loro sfaccettature. Per trasmettere tutto questo, e creare delle linee musicali più espressive, ho ripreso strumenti che mediamente suono poco nei mie dischi, come il sitar. Non solo ho voluto esprimermi a livello tecnico ma anche emotivo.
Come nasce la collaborazione con l’attrice Serena Costa e con la regista Valeria Di Brisco?
Con Serena Costa avevo già lavorato nel 2016 per il videoclip “Stagioni diverse”. Prima di “Eoliana”. In genere amo collaborare quasi sempre con le stesse persone perché mi danno un senso di fiducia e famiglia, poi lei ha un carisma pazzesco.
Valeria è giovanissima e molto talentuosa, ha le idee chiare e sa già come gestire tutto dal punto di vista tecnico, è molto creativa e immaginativa, già sul set sapevamo come sarebbe stato il prodotto finale e questo è molto importante. Molto spesso dai in mano una tua idea a un regista che stravolge il senso, con Valeria non è stato così, ho presentato un’idea e lei l’ha messa in bella copia in maniera magistrale con quel tocco di eleganza e professionalità. Infatti il videoclip non è lontano dal brano in sé, nonostante sia nato dopo, è come se i due prodotti fossero nati nello stesso momento e abbiano vissuto lo stesso processo creativo.
Adesso quali saranno i tuoi progetti futuri?
Il 29 marzo avrei dovuto ricevere un premio importante a Roma, a Cinecittà, nel corso di una serata che naturalmente è stata annullata a causa dell’emergenza sanitaria. Quindi questo sarà in programmazione. A Sanremo erano nati tanti progetti importanti che sono stati rimandati. In questo periodo vorrei dedicarmi a “Blu”, infatti sono stato in tour alle Isole Eolie dove ho passato la mia infanzia e a cui sono particolarmente legato: in queste isole qui ho preparato le mie tesi di Laurea e i miei lavori discografici.
Stasera sarò a Cosenza. Anche lì viviamo il nostro Mediterraneo, fil conduttore di tutti i miei brani, ho pure scritto un disco con questo titolo. In programma ci sono tante altre collaborazioni in parallelo. E poi quest’anno festeggio 30 anni di musica, un traguardo che non immagineresti mai di raggiungere. Forse uscirà qualcosa alla fine dell’anno ma rimane una sorpresa. Per festeggiare i miei 25 anni di carriera i miei collaboratori hanno creato un filmato che raccoglie la mia vita, le prime esperienza, i gruppi, le collaborazioni. Forse verrà creato un altro filmato per raccontare questi ultimi cinque anni davvero molto intensi e costruttivi.
Intanto promuoverò “Blu” con un tour che dovrebbe avere diverse tappe: Milano, Torino, Genova, Matera, Bari… Il mio staff pubblica le date sui social, per cui verrà tutto aggiornato in base a quanto accadrà.
Ci tengo molto a dire che non finirò mai di ringraziare Marco Masini, il padrino del progetto, che ha voluto dedicarmi parole di affetto e di stima.
Grazie per aver condiviso tutto questo anche con i lettori di Radio Milazzo!
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