#interviste. Enrico Filippini, la Pole Theatre e i tessuti aerei: “Più impari e più hai la possibilità di creare”
Scritto da Valentina Di Salvo il 27 Luglio 2020
Enrico Filippini, famoso performer e insegnati di pole dance bresciano, vincitore del Pole Theatre Italy 2016 categoria Professional e finalista al Pole Art World 2017.
Il Pole Theatre non è una variante del pole Art, consiste in un’altra categoria nella quale competere: a differenza del Pole Arte, nel quale la musica ha un ruolo impattante e fondamentale, nelle gare di Pole Theatre la cosa fondamentale è creare un personaggio che abbia una storia e che, di conseguenza, si sveli durante tutta l’esecuzione. L’interpretazione è la chiave per vincere. Come nel Pole Art, durante le esibizioni si possono introdurre oggetti di scena, anche i tacchi del Pole Exotic.
“Il Pole Theatre è una delle gare più conosciute – racconta Enrico Filippini durante l’intervista – infatti è presente nella maggior parte degli stati del Mondo. È stata inventata e patrocinata da due pole dancer australiane per poter dare visibilità a più artisti nel mondo. È suddivisa in tre categorie principali: Art- Classic- Drama. La competizione è sostanzialmente artistica ed è giudicata la performance nella sua totalità di esecuzione. Non prevede regolamento per quanto riguarda i tricks presentati, ma giudica l’unicità e l’inventiva dell’artista. Rispetto alla Pole sport, si tratta di una gara artistica e performativa, mentre la prima è una gara sportiva. Il Pole sport ha un codice specifico a cui il singolo atleta deve attenersi, prevede compulsory point che insieme ai gradi di esecuzione delle figure vanno a formare il punteggio per ogni singolo atleta in gara. L’esecuzione tecnica è fondamentale per gli atleti che scelgono la Pole dance sportiva, come le linee e le combinazioni al palo”.
Il Pole Theatre, come il Pole Sport, è suddiviso in livelli di preparazione, esistono infatti competizioni per amatori, semi-pro e Professional.
Proprio nell’ultima tipologia, nel 2016, Enrico Filippini vince la competizione del Pole Theatre Italy con un double d’impatto.
Sul palco, un telo di tulle sospinto, rubato e infine gettato via, arricchisce la performance dei due ballerini che, in un continuo ricercarsi e sfuggirsi di corpi e di sguardi, si incastrano in figure complesse esaltando la plasticità e sfidando continuamente la forza di gravità.
Ecco la nostra intervista
Qual è stato il tuo primo contatto con le discipline aeree? Prima o dopo la pole? Come le hai adattate alla pole?
In realtà ho studiato come prima disciplina i Tessuti aerei e poi la Pole Dance. Ogni disciplina ha la sua tecnica, nonostante facciano parte del medesimo mondo. Quello che le accomuna è lo stile di chi le insegna. Volare danzando è una magia a prescindere dall’attrezzo usato.
Se dovessi descrivere in poche parole le discipline aeree a chi non le conosce, cosa diresti?
Vuoi rimare in forma? Visto che un’attività sportiva la devi fare… scegli un’attività aerea e impara a volare. Sarà una droga naturale per te. Trovare qualcosa per cui essere stimolati e motivati non è semplice. Ma l’amore per questo sport è a prima vista … provare per credere.
Quale stile ti caratterizza di più?
Lo stile che mi caratterizza di più è sicuramente l’Art, in quanto la mia formazione ha solide fondamenta di danza. Ballando come professionista, la pole dance mi ha permesso di ritrovare la passione e nuovi stimoli. Ho avuto il privilegio di scoprire la Nuova Danza volando.
Spesso nelle tue performance è visibile una commistione ma anche un accostamento di stili, infatti ti esibisci con ballerini/ballerine di discipline molto diverse. Crei un’atmosfera d’impatto.
La mia vita professionale mi ha portato a lavorare con artisti diversi e stili sempre nuovi. Dal classico al moderno, dal video dance all’acrobatica. Sono sempre stato convinto che più impari e più hai la possibilità di creare. Quando insegno mi piace trasmettere tutto ciò che so. Quando ballo mi piace trasmettere tutto ciò che sono. Avendo un knowhow importante e avendo ballato per tanto tempo in coppia, per me è naturale danzare insieme ad un altro corpo.
A proposito di collaborazioni, nel tuo curriculum leggo che hai collaborato con Ambra Angiolini sia per MTV che per altre trasmissioni. Quale ricordo ti porti dietro?
Ambra è una grande professionista e artista. Molti non sono a conoscenza della sua formazione all’accademia di danza di Roma. Ballare con lei è stato per me un onore. Inoltre è una perfezionista e fin quando le cose non sono perfette non vanno on stage, una caratteristica che ci accomuna.
Adesso torniamo alla pole dance.
Un aspetto molto importante e da non sottovalutare nella pole dance è la musica. Infatti questa disciplina – oltre a innescare il rilascio di endorfine e adrenalina – grazie all’essenzialità della musica sulla quale si costruiscono le figure, ci permette di rimanere nello stato di disattivazione della neocorteccia aiutandoci nell’interpretazione personale delle figure.
Ti faccio un’ultima domanda. Spesso si pensa che questa disciplina sia solo uno sport “figo” perché acrobatico, quando in realtà porta a diversi benefici fisici e tu, da formatore di insegnanti di discipline aeree e pole dance ne sai moltissimo.
Per sintetizzare ti dico che nella mia esperienza trentennale in campo sportivo, posso affermare con certezza che la pole dance è lo sport più completo che abbia mai praticato, per lo più è basato su un tipo di allenamento anaerobico e isometrico ma durante gli allenamenti si completa con alcune fasi aerobiche. L’attività è funzionale al cento per cento ed educa la muscolatura a lavorare con il proprio peso specifico in sospensione. La mobilità articolare e la flessibilità sono parte integrante di questo allenamento.
Grazie Enrico per la tua disponibilità!
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