#interviste. Disabili senza sede. Appello di S. Visicaro: “Da anni il Comune di Messina non aggiorna l’elenco dei beni in suo possesso”
Scritto da Valentina Di Salvo il 25 Ottobre 2020
Appello del Presidente Saro Visicaro di Meter & Miles, Associazione messinese che da anni si occupa di progetti inclusivi e rieducativi per i diversamente abili.
La Meter & Miler ha urgentemente bisogno di una sede.
Troppo spesso le persone con la sindrome di Down, dopo i percorsi scolastici, vengono dimenticate, “parcheggiate” in casa con la conseguente privazione del contesto sociale, fondamentale per l’inclusione e per i loro diritti. Al pari degli Istituti Scolastici, le Associazioni che si occupano dei diversamente abili hanno necessità di esistere rispettando le misure estese dal nuovo DPCM. Le Associazioni lavorano quotidianamente per assottigliare i disagi e le fragilità dei diversamente abili e per farlo è necessario l’intervento delle Istituzioni.
“Auspico sempre che ci sia un rapporto con le Pubbliche Amministrazioni che attualmente manca – puntualizza il Presidente Saro Visicaro. – Noi tentiamo e lottiamo affinché ci vengano riconosciuti i diritti fondamentali. Il nostro è un problema che riguarda moltissime persone con la sindrome di Down che, purtroppo, non hanno voce per farsi ascoltare. Solo attraverso chi si interessa di loro possono fare emergere i loro bisogni, altrimenti rimangono abbandonati ai margini della vita”.
Privare di una sede la Meter & Miles significa annientare tutto il lavoro svolto negli ultimi trent’anni, significa un ulteriore sconfitta nella lotta per i diritti dei diversamente abili alterando il loro equilibrio.
Con questa intervista il Presidente Saro Visicaro continua a rivolgersi all’Amministrazione Comunale, nella speranza di un riscontro positivo.
A causa dell’emergenza sanitaria e delle direttive imposte dai decreti siete rimasti senza sede. Per il momento le vostre attività si sono svolte all’aperto ma adesso non è più possibile.
Infatti. Nella sede attuale in Piazza del Popolo non possiamo rispettare le condizioni del decreto. Per il momento abbiamo svolto i nostri laboratori creativi all’aperto, sotto i Portici, ma la temperatura è cambiata e farlo non è più possibile. I nostri ragazzi hanno età diverse dai 25 ai 45 anni, prima facevamo lavori di gruppo, adesso si lavora singolarmente.
Quando si è rivolto per la prima volta all’Amministrazione Comunale e cosa è stato fatto?
Abbiamo scritto al sindaco alla fine del lockdown per esporre il problema: ovvero la necessità di rispettare il regime di sicurezza in quanto la vecchia sede è troppo piccola. Adesso abbiamo bisogno di una sede più grande.
Dopo circa un mese dalla richiesta ufficiale inviata al Comune e rivolta al Sindaco di Messina Cateno De Luca abbiamo ricevuto la risposta dal Dipartimento del Patrimonio del Comune, nello specifico dal Dirigente del Patrimonio, che ci ha detto che il Comune di Messina non aveva immobili da destinare a un uso come il nostro. In realtà non è così. Noi sappiamo che il patrimonio inutilizzato c’è, sono anni che il Comune di Messina non aggiorna l’elenco dei beni in suo possesso, beni che potrebbe utilizzare.
Dopo questa vicenda abbiamo interessato l’Assessore alle Politiche Sociali Alessandra Calafiore. Durante la celebrazione della Giornata Nazionale delle Persone Down dello scorso 11 novembre, l’Assessore Calafiore è intervenuta e ci ha detto che ci avrebbe convocato per discutere la possibilità di trovare un locale.
Abbiamo avuto appuntamento due giorni dopo. Ho incontrato lei insieme all’Assessore al Patrimonio, mi hanno sottoposto un elenco di beni sequestrati alla mafia, ne avevamo individuato uno ma era privo delle informazioni necessarie riguardo la metratura, quindi abbiamo chiesto un chiarimento ma aspettiamo una risposta dal 12 novembre. Abbiamo sollecitato più volte ma continuiamo a non avere risposta.
Quali caratteristiche deve avere la sede per poter essere accessibile ai ragazzi diversamente abili?
Noi non abbiamo ragazzi che hanno problemi di mobilità, per il momento i nostri ragazzi sono tutti deambulanti e sono sette. I requisiti dovrebbero essere quelli di una superficie di almeno 50 mq per poter attuare il distanziamento come da decreto, con gli ovvi servizi igienici. Nulla di pretenzioso.
Quando nasce la Meter & Miles?
Nasce ne ‘94. Eravamo dei genitori insieme a uno psicologo che allora ci seguiva, il Dott. Renato Gentile che, purtroppo, è scomparso 5 anni fa. All’inizio facevamo attività in un’altra sede vicino lo svincolo di S. Filippo. Lì avevamo avviato tutte le attività attinenti al nostro programma, compreso l’allestimento di una palestra, in base alle esigenze dei ragazzi. Prima c’erano ragazzi che avevano un altro tipo di handicap e avevano bisogno di una riabilitazione motoria oltre che cognitiva. Meter & Miles è un acronimo, vuol dire Metodologie Riabilitative & Metodi d’Inserimento Lavorativi E Sociali. E quindi in ogni campo noi impostavamo la nostra attività.
Il suo impatto con la disabilità è molto forte, non solo perché la vive durante le ore trascorse con i ragazzi. Mi riferisco alla dolce Ambra. Grazie all’inclusione Ambra, e tanti altri ragazzi, sono riusciti a ottenere risultati grandiosi.
Ambra è mia figlia, ha 33 anni ed è una ragazza down. Il mio impatto con la disabilità è stato questo, con la nascita di mia figlia nel 1987. Dall’esperienza che ho acquisito ho potuto capire una cosa fondamentale: a prescindere dalle qualità e potenzialità individuali sia con handicap che meno, moltissimo dipende dal contesto familiare e sociale. Io ho sempre pensato e creduto che molte delle prerogative attuali e delle potenzialità di Ambra sono state sviluppate grazie a due persone: lo psicologo Renato Gentile di cui parlavo prima e mio padre. Il Dott. Gentile è intervenuto subito appena Ambra è nata. Infatti una cosa fondamentale nell’handicap è quella di intervenire immediatamente, di non perdere molto tempo. Quello che si riesce a fare nei primi anni di vita non si riesce a fare dopo. Mio padre per 10 anni, ogni pomeriggio e ogni sera, ha letto ad Ambra moltissime fiabe. Questo le è servito a farle immagazzinare una serie grandissima di vocaboli e concetti che le ha permesso di crearsi un bagaglio di notizie e informazioni lessicali che ha potuto sfruttare da adulta. Questo avviene grazie alle capacità mnemoniche di quasi il 99% delle persone down. La riabilitazione dello psicologo e l’attività di raccolta di parole con mio padre sono state fondamentali per far diventare Ambra la donna di oggi. Il contesto sociale e familiare è fondamentale. Se una persona con handicap ha la fortuna di vivere in entrambi i contesti soddisfacenti si ottengono molti risultati. Nella nostra Associazione ci sono stati ragazzi che per mille motivi avevano problemi familiari, vivevano in contesti sociali molto fragili, e la differenza tra chi vive in un contesto diverso era evidente. Il miglioramento di queste condizioni dovrebbe avvenire attraverso un intervento delle politiche sociali ma questo non avviene.
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