#interviste. Dandy Blito con “Cambiera’”, un singolo di speranza per contribuire alla causa ambientalista
Scritto da Valentina Di Salvo il 12 Luglio 2020
Dandy Blito, nome d’arte Fabio Buta, è un rapper ventiquattrenne di origi siciliane che con il singolo “Cambierà” ha voluto contribuire alla causa ambientalista.
Un tema trattato pochissimo nel campo del rap eppure estremamente attuale.
In questa intervista Dandy Blito ci parla del brano e della necessità di un cambiamento.
Come nasce il progetto musicale che lo scorso 19 giugno 2020 ha portato al singolo “Cambierà”? E qual è stato il primo pensiero che hai fatto nel momento in cui si è concretizzato?
È partito tutto dalla mia voglia di cambiamento. Infatti la prima cosa che ho pensato è stata proprio questa, cambiare ciò che di sbagliato c’è in questo momento. Voglia di fare e voglia di decentralizzare il classico rap (gangster, soldi, droga e pistole) in qualcosa di più concreto.
A me non piace che nessuno faccia niente di reale, non mi piace che si alza un polverone nel momento in cui succede qualcosa di grave o, semplicemente, prendiamo coscienza di cosa respiriamo giornalmente e poi nessuno fa niente. Quando è scoppiato il serbatoio della RAM io ero in Umbria e, vedendo tutto dal di fuori, mi sono accorto di quanto fosse grave, ma nessuno fondamentalmente ha fatto qualcosa.
Io non posso cambiare le cose, con il mio pezzo non cambierà niente, ma invece di star zitto preferisco dire la mia e magari spingere alla riflessione. Infatti grazie al singolo ho capito che c’è tanta voglia di cambiamento da parte di tutti. Ho trattato un argomento che nessuno tocca realmente e tutti si sono sentiti dentro il problema. Ho ricevuto molti complimenti.
Perché pensi sia importante parlare di temi ambientalisti anche nel rap?
No, in realtà non credo sia fondamentale parlare di un argomento specifico nel rap o in generale, non voglio sembrare il Greta Thunberg della situazione… Credo sia fondamentale esprimere ciò che si sente, ciò che si vive, in qualsiasi modo si ritenga opportuno. Credo che parlare di argomenti di attualità – perché ciò che viviamo è attuale, è ciò che respiriamo tutti i giorni – sia molto importante, anche solo per dimostrare che la musica non è solo il pezzo estivo che ti fa divertire ma è ciò che vivi e senti tutti i giorni, un po’ come una storia che vuoi raccontare.
Credi che possa portare a un cambiamento il fatto che a evidenziare i problemi di oggi siamo sempre di più i giovani?
Io credo che chi subisce di più i danni, sempre parlando di problemi di attualità, siano comunque i giovani. Siamo nel 2020, ormai un sacco di cose son cambiate da quando i nostri genitori e nonni vivevano queste situazioni. Conosco molti giovani e meno giovani che in un modo o nell’altro vogliono cambiare le cose… non possiamo cambiarle di certo da un giorno all’altro ma possiamo farle notare sperando che le istituzioni facciano qualcosa. Purtroppo però esistono anche tante altre persone che se ne fregano o, per meglio dire, si sono abituate alla condizione attuale, pensano che le cose non possono cambiare e quindi non fanno niente, si adagiano a questa condizione. Secondo me sbagliato. Credo che per avanzare un cambiamento serva una forte voglia di innovazione e coraggio.
Bisogna seriamente scendere in piazza a protestare, si potrebbe iniziare da qui.
Esiste un momento della tua carriera o della tua vita in cui hai compreso che la musica poteva essere un mezzo molto forte per veicolare un messaggio?
Non c’è stato un giorno specifico in cui l’ho capito…
Diciamo che crescendo impari ad usare ciò che ti piace per esprimerti, ogni persona inconsciamente lo fa… Credo che questo sia una cosa fondamentale, non bisogna mai farsi tarpare le ali da chiunque voglia importi una determinata cosa, che sia giusta o meno lo scegli tu. Il discorso di veicolare il messaggio poi sì, credo che al giorno d’oggi sia molto importante dare importanza ai fatti realmente opportuni anziché svagare in argomenti – se posso dirlo – “banali” o privi di significato, da ipotetico gangster del ghetto, per intenderci.
Dandy Blito ha sempre percepito la musica dentro sin da bambino e, crescendo, ha elaborato il suo personale linguaggio perfezionandosi sempre di più nel rap. In precedenza ha realizzato pezzi in freestyle ma solo negli ultimi cinque anni ha deciso di farsi conoscere nel mondo iniziando a realizzare i suoi progetti.
Mi sono chiesta cosa significhi Dandy Blito e perché questa scelta.
Mi chiamano così dai tempi del campetto. Ero piccolo, potevo avere 15 o 16 anni, e avevo sempre le movenze di scartare tutti per poi segnare o passare il pallone al compagno per poi fare goal, e da lì hanno iniziato a chiamarmi “BLITIHNO”, un po’ per riprendere il grande Ronaldinho. Poi crescendo, italianizzando il nome, è diventato Blito. Mentre “Dandy” è una situazione personale, ovvero io mi sento un po’ dandy, sempre è comunque elegante sia nei modi che nel vestire.
Stai già pensando al nuovo singolo? Progetti per il futuro?
Sto lavorando a qualcosa per quest’estate ma una cosa del tutto diversa. Vorrei portare un po’ di vivacità per divertire un po’, ne abbiamo bisogno per ripartire dopo la quarantena.
A curate la base musicale di “Cambierà”, Giuseppe La Spada.
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