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Incontro con Gianluca Rando: “Parsifal” e la Rivisitazione Unica del Mondo dei Pooh

Scritto da il 7 Ottobre 2024

Mi accoglie con un sorriso sincero, quello tipico di chi vive la musica come parte integrante della propria essenza. Gianluca Rando, chitarrista siciliano con una carriera ricca di esperienze e collaborazioni, mi invita a sedermi accanto a lui in una sala illuminata da una luce calda, piena di strumenti musicali che sembrano raccontare storie di note, viaggi e melodie. La nostra conversazione si preannuncia densa di emozioni e dettagli, ma è la sua interpretazione del brano “Parsifal” dei Pooh il fulcro di questo incontro.

“Quando ho deciso di incidere un disco con le musiche dei Pooh reinterpretate a modo mio” mi dice subito Gianluca, “ne parlai con il mio ‘Amico per sempre’, Roby Facchinetti. Ci conosciamo da tempo e il suo supporto è stato fondamentale. Quando mi disse che il mio approccio avrebbe potuto gratificare il gruppo, fu una soddisfazione immensa”. Mentre lo ascolto, Gianluca sembra perdersi per un attimo nei ricordi, come se stesse rivivendo la gioia di quella conversazione con Facchinetti. “Immagina – aggiunge – sentirti dire da uno dei pilastri della musica italiana che la tua reinterpretazione può dare un nuovo significato a ciò che loro hanno creato.”

 

Non posso fare a meno di chiedergli come è nata l’idea di rivisitare “Parsifal,” uno dei brani più iconici e complessi della discografia dei Pooh. Gianluca mi guarda, quasi anticipando la mia domanda: “Tra tutti i brani, ‘Parsifal’ mi ha colpito di più. È una suite straordinaria, ricca di cambiamenti, di emozioni, e io volevo rispettarla, ma darle al contempo una nuova vita. Così, ho scelto di reinterpretarla in modo acustico, con una forte impronta mediterranea.”

Il suo entusiasmo è palpabile mentre descrive il processo creativo che lo ha portato a una versione così personale del pezzo. “L’adagio, per esempio, lo trasformo in un tango, un ritmo che adoro e che mi permette di far emergere una passione profonda. La sezione finale, invece, diventa una ballad dolce, intima. Volevo che chi ascolta provasse qualcosa di diverso, che si lasciasse sorprendere dalla metamorfosi di un brano originariamente rock.”

 

Mi indica un mandolino che riposa su una sedia accanto a noi. “Questo strumento ha avuto un ruolo centrale nella mia versione di ‘Parsifal’ – continua – soprattutto nella sezione centrale del brano. Volevo che la mia terra, il Mediterraneo, emergesse attraverso i suoni, così come ho scelto chitarre flamenco per introdurre il pezzo. È stato un atto di coraggio, perché ‘Parsifal’ è profondamente legato a un’anima rock, ma sentivo che poteva raccontare altre storie.”

L’uscita del suo album “Plays Pooh”, prevista per il 18 maggio 2024, è stata accolta con grande curiosità. “Dalla pubblicazione,” mi racconta con occhi lucidi di soddisfazione, “le reazioni sono state straordinarie. I fan dei Pooh hanno apprezzato il mio approccio e non sai quanto questo mi abbia colpito. Quando un pubblico così affezionato nota e accoglie con favore una rivisitazione di brani che hanno segnato la loro vita, capisci di aver fatto qualcosa di davvero significativo.”

 

Con un leggero sorriso, quasi timido, aggiunge: “In Italia, le reinterpretazioni dei brani dei Pooh sono sempre state un po’ troppo fedeli all’originale, quasi un ‘copy and paste.’ Io, invece, volevo fare qualcosa di diverso, creare qualcosa di unico, un’interpretazione personale che si staccasse dal già sentito, ma che al contempo rendesse omaggio alla grandezza dei Pooh.”

 

Mi sorprende la serenità con cui Gianluca affronta questo percorso artistico, consapevole dei rischi e delle aspettative del pubblico. “Spero che questo disco – conclude – sia riuscito a mostrare che la musica, se affrontata con rispetto, può essere reinterpretata in mille modi, mantenendo intatta la sua essenza ma in una nuova dimensione. È un dialogo tra passato e presente, tra il mio mondo e quello dei Pooh.”

 

Mentre lo saluto e mi avvio verso l’uscita, mi rendo conto che non si tratta solo di un disco, ma di un vero e proprio viaggio musicale e umano. Gianluca Rando non ha semplicemente suonato la musica dei Pooh: l’ha vissuta, l’ha trasformata, e l’ha resa sua, invitando tutti noi a scoprire nuove sfumature in ciò che pensavamo di conoscere già.


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