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Francesco Pira tra gli scrittori ospiti del Taobuk Festival di Taormina

Scritto da il 14 Giugno 2019

Anche il saggista Francesco Pira, sociologo e professore di comunicazione all’Università di Messina, sarà tra gli scrittori ospiti del Festival Internazionale Taobuk di Taormina in programma dal 21 al 25 giugno 2019. Presenterà il suo ultimo lavoro PIRATERIE (Medinova) lunedì 24 giugno 2019 alle ore 11 presso la sede della Fondazione Mazzullo, Palazzo dei Duchi di Santo Stefano.

“Sono felice di condividere questa soddisfazione con l’editore Antonio Liotta, con il Direttore del quotidiano La Sicilia, Antonello Piraneo, che firma la prefazione e con la docente e giornalista, Cristina Graziano che firma la postfazione. Ma soprattutto con tutte le persone che hanno comprato e letto il libro e lo hanno trovato interessante. Lo spazio a me riservato s’intitola “Il dediderio di esserci”. Ringrazio il Direttore Artistico Antonella Ferrara (nella foto) per questa opportunità di parlare delle nuove tecnologie in una società in continuo mutamento. Converserò con il giornalista Emilio Pintaldi che ringrazio per la disponibilità. Taobuk è una vetrina internazionale di grandissimo prestigio e sono felicissimo di partecipare”. I diritti d’autore del libro PIRATERIE saranno devoluti alla LCIF Lions International Foundation per l’acquisto di vaccini per i bambini del Terzo Mondo.

TAOBUK 2019: IL DESIDERIO è il tema dell’edizione di quest’ano. Come ha spiegato il Direttore Artistico Ferrara : “Desiderare è da sempre stimolo e motivazione del cammino umano, individuale e collettivo: le infinite sfaccettature del desiderio nella voce di filosofi, artisti e letterati “. 


Ecco i nomi degli ospiti confermati ad oggi per questa IX edizione del Festival: Emanuela Ersilia Abbadessa, Giovanni Agosti, Roberto Andò, Stefania Auci, Marino Bartoletti, Gianluigi Beccaria, Marco Bellocchio, Barbara Bellomo, Andrea Berton, Vito Bianchi, Alessandro Bompieri, Marco Bonini, Paolo Borrometi, Massimo Bray, Nancy Brilli, Pietrangelo Buttafuoco, Pasquale Caliri, Robert Camuto, Luciano Canfora, Alessandro Cannavò, Eva Cantarella, Fabrizio Carotti, Martina Caruso, Cristina Cassar Scalia, Daniele Cassioli, Fabrizio Catalano, Daniele Cernilli, Matteo Collura, Paolo Conti, Vito Crimi, Simone Cristicchi, Umberto Curi, Mario D’Agostino, Paolo D’Anna, Giuseppe Lazzaro Danzuso, Renato De Bartoli, Eleonora De Nardis, Antonio Di Bella, Nino Di Matteo, Elido Fazi, Giuseppe Ferrauto, Marella Ferrera, Ernesto Ferrero, Antonio Forcellino, Ernesto Franco, Federico Fubini, Jostein Gaarder, Luigi Garlando, Edoardo Garrone, Anthony Genovese, Emilio Gentile, Massimo Ghini, Domenico Giordano, Silvana Grasso, Stevie Kim, Tommaso Labate, Jhumpa Lahiri, Gioacchino Lanza Tomasi, Eleonora Lombardo, Gonzalo Luzarraga, Valerio Magrelli, Michela Marzano, Stefano Mauri, Samuele Mazza, Viviana Mazza, Luigi Mazzone, Giancarlo Mazzuca, Yves Mény, Ian McEwan, Raffaella Milano, Lino Morgante, Vincenzo Morgante, Marco Morganti, Salvatore Silvano Nigro, Matteo Nucci, Paola PassarelliGiuseppina Paterniti, Paolo Pejrone, Andrea Pennisi, Giulio Perrone, Anastasiya Petryshak, Giuseppe Pignatone, Francesco Pira, Lucio Presta, Andrea Purgatori, Francesco Recami, Francesca Reggiani, Roberto Riccardi, Gabriele Romeo, Fabio Rossi, Donald Sassoon, Nunzia Scalzo, Roberta Scorranese, Valter Sivilotti, Gori Sparacino, Simona Sparaco, Paolo Stella, Jacopo Stoppa, Nino Surguladze, Ian Thomson, Benedetta Tobagi, Giulio Tremonti, Ilaria Tuti, Franco Valenti, Enzo Zappulla, Sarah Zappulla Muscarà, Nina Zilli.

 

Il libro

Le pagine dei giornali ed i servizi televisivi riportano quotidianamente episodi di cronaca, legati soprattutto alle conseguenze legate ad un uso improprio della rete e delle nuove tecnologie. Eppure accade di rado che vengano proposti servizi, attraverso i quali creare delle valide occasioni per riflettere su quanto esse abbiano effettivamente condizionato e/o modificato la quotidianità di ciascuno. Internet, Facebook, Instagram e gli smartphone hanno fornito nuovi codici e nuovi linguaggi che di fatto hanno impostato la comunicazione su ritmi prima impensabili ed impostato le relazioni su modalità di interazione, dettate dal qui ed ora, dal tutto e subito.

In questo panorama, arriva come una meteora Francesco Pira, autore di “PIRATERIE – riflessioni brevi di vita social” (Medinova pp. 136, euro 11), che in questo ultimo libro ha raccolto 81 articoli, pubblicati dal 17 gennaio 2017 al 16 settembre 2018, sul quotidiano “La Sicilia” in un’apposita rubrica, denominata PIRAterie, che ogni domenica si è meritata la Terza Pagina del giornale. E’ il primo volume che Pira pubblica con Medinova, l’intraprendente casa editrice di Favara, presieduta da Antonio Liotta. I due sono legati da una splendida amicizia che si è concretizzata anche in eccellenti collaborazioni culturali. La copertina è già tutto un programma. Appare la faccia di un PIRA.TA dagli occhi buoni magistralmente disegnato da uno dei più grandi artisti siciliani, Nicolo D’Alessandro, palermitano collaboratore di Repubblica, vero Maestro d’arte ed eccellente intellettuale. E’ riuscito a nascondere dietro la faccia di questo PIRATA l’autore, giocando con il suo cognome. La foto della quarta di copertina di Pira è una bravissima fotografa ed autrice di reportage straordinari in giro per il mondo, la taorminese Lidia Bolognari.

 

Un testo che nella sua prefazione porta la firma del giornalistaAntonello Piraneo, Direttore Responsabile Quotidiano La Sicilia, il quale sottolinea “l’importanza di questo volume che rappresenta non solo la compiuta raccolta di un anno di PIRAterie, ma soprattutto il momento di sintesi di un percorso intellettuale ed umano, nel quale chi legge si sente pienamente coinvolto. Un saggio interessante ed originale per questo suo modo di porre la nostra società 2.0 e di porsi senza falsa retorica: le nuove tecnologie sono ormai parte di noi, caratterizzano la nostra quotidianità e garantiscono la fruizione personalizzata dei contenuti -sono le sue parole-. Francesco Pira da bucaniere «globalizzato» diviene protagonista di incursioni dell’intelletto che, con brio e un pizzico di ilarità, inducono il lettore ad interrogarsi sul suo rapporto con i mezzi di comunicazione,  con gli smartphone, le applicazioni  per andare  insieme oltre il dato oggettivo che, supportato da solide basi teoriche, diviene occasione di una più approfondita analisi sociologica da vivere e condividere. Il piglio giornalistico regala istantanee nelle quali ciascuno ha la possibilità di rivedersi e, sorridendo, porsi delle domande”.

Il testo è suddiviso in dodici sezioni che sottolineano i tratti salienti del mutamento sociale in atto, commentando gli articoli che vengono riportati, in modo da offrire per ogni macro-area una chiave di lettura per mezzo della quale invitare   il lettore a riflettere sui suoi comportamenti e in questo modo magari porsi in maniera critica nei confronti delle nuove tecnologie e della rete.

Ho ritenuto utile il contributo  che da giornalista oltre che da studioso e ricercatore -afferma  Francesco Pira-ho potuto offrire attraverso degli articoli che siano capaci di restituire in modo semplice ed immediato gli oggetti delle mie ricerche così da scattare delle istantanee sulla nostra quotidianità, focalizzando l’attenzione su temi di grande interesse e che condizionano, seppure noi spesso non ne abbiamo consapevolezza,i nostri comportamenti e la nostra esistenza non solo di singoli individui, ma soprattutto le relazioni interpersonali”.

E le ricadute sul tessuto sociale sono evidenti, come ha evidenziato Cristina Graziano, docente di Lettere e giornalista che firma la post-fazione: “il fatto di cronaca, il dato scientifico, una ricerca condotta in qualsiasi parte del mondo sono stati “vissuti” quali occasioni di approfondimento sociologico da restituire alle “masse” con un piglio giornalistico di effetto grazie ad un uso fluido della scrittura  e ad un tono a tratti scanzonato che, costruendo con padronanza situazioni comunicative leggere, porta il lettore, pure quello distratto, a riflettere. E così il professore Pira, da novello Orazio, “denuncia” i vizi umani con l’obiettivo di concorrere a sviluppare un nuovo ispirato ai criteri dell’equilibrio e della misura nell’impiego delle nuove tecnologie. D’altronde «In medio stat virtus» sostenevano già i latini e la propensione a guardare avanti, dettata dal progresso e dall’individualismo, talora ci induce a perdere il nostro «essere umano»”.


Opinione dei lettori

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