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Festival di Sanremo 2019: la parola a Maurizio Caridi

Scritto da il 11 Gennaio 2019

Tra poco il Festival di Sanremo riempirà le nostre case di sentimenti eterni per la 69/a volta, andando in onda dal 5 al 9 febbraio su Rai1.

Nella conferenza stampa di presentazione, il Direttore Artistico Claudio Baglioni ha motivato l’essenza del Festival di quest’anno definendolo l’emblema dell’armonia e paragonando il numero dell’edizione al simbolo dello Yin e Yang: metafora della bellezza degli opposti.

Sul Festival sono già state fatte diverse anticipazioni, supposizioni e persino critiche, sono stati svelati i concorrenti e le novità, come i 24 brani partecipanti in un’unica gara.

Nell’edizione del 2019 saranno solo due i giovani che, dopo aver passato la lunga selezione, si confronteranno sul palco dell’Ariston con nomi importanti: Paola Turci, Negrita, Simone Cristicchi, Zen Circus, Daniele Silvestri, Ex- Otago, Anna Tatangelo, Irama, Arisa, Loredana Bertè, Ultimo, Francesco Renga, Nek, Boomdabash, Motta, Enrico Nigiotti, Il Volo, Nino D’Angelo e Livo Cori, Ghemon, Federica Carta e Shade, Achille Lauro, Patti Pravo e Briga.

I giovani sono Einar e Mahmood, vincitori delle due serate di Sanremo Giovani andate in onda il 20 e il 21 dicembre 2018, condotte da Pippo Baudo e Rovazzi.

Noi di Radio Milazzo abbiamo pensato di intervistare per voi Maurizio Caridi, Presidente dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo Giovani.

«La prima scrematura è stata fatta su oltre 1200 ragazzi, ne sono stati selezionati 24 e successivamente 6 che si sono esibiti in pre-serata. Da questi 6 sono stati scelti i due ormai noti. Ho riscontrato un altissimo livello e ho notato che nei testi si parla tantissimo di amore tradito anche in rapporto ai genitori, amore reciso e di solitudine, ma anche di tematiche sociali attuali».

Le novità di quest’anno hanno modificato nei giovani il modo di vivere Sanremo?

«I giovani non sono più come una volta, adesso sono più preparati e motivati e vivono il palco in modo diverso, più consapevole. I giorni a loro dedicati sono stati molto importanti, sicuramente un fondamentale percorso di crescita, una vetrina e un modo per metterli in luce. È stata un’esperienza da vivere in modo pieno senza doversi giocare tutto in tre minuti. Tra l’altro Sanremo Giovani è una realtà che ormai va da sé. Quella di quest’anno è stata una rivoluzione, un successo. Abbiamo raggiunto molti risultati puntando sulla qualità e non sono mancate le soddisfazioni. Mi reputo entusiasta delle scelte artistiche che sono state fatte e del livello raggiunto».

Lo scorso 2 novembre Maurizio Caridi è stato ospite di Momenti in Radio, la trasmissione mattutina condotta da Francesco Anania, ricordandoci che Sanremo è Sanremo.

Il festival, infatti, non è solo un programma televisivo, è un evento identitario dal carattere di eccezionalità che si rivolge a un pubblico molto ampio, descrive le diverse realtà e lo fa con la canzone italiana. Narrazioni fortemente evocative che contribuiscono a costruire la nostra memoria.


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