Consapevolezza dittatoriale dei social e dei retroscena anche nel calcio: “Il calcio parlato”
Scritto da Valentina Di Salvo il 21 Dicembre 2018
Ieri pomeriggio, nel bellissimo borgo di Santa Lucia del Mela, si è svolto un importante incontro fortemente voluto dal Milan Club “Marco Van Basten” e da Francesco Anania, organizzatore di eventi, presentatore e speaker radiofonico di affascinante levatura.
Non il solito meeting sul calcio centralizzato sulla figura divinizzata del calciatore ma un convegno dal riscontro culturale elevato e pieno di contenuti, sponsorizzato dal coffee and pastry Valèrie di S. Lucia del Mela.
“Il calcio parlato nell’era social”: un titolo dalla quale emerge la reale problematica tutta moderna.
«Il calcio non sta più alle regole del calcio ma alle regole di chi paga di più – parole del relatore Francesco Pira, arrivato dall’Università di Messina per portare il suo importante contributo –. Il calcio è diventato una fiction, si sono perse le narrazioni autentiche, genuine, dal risvolto umano».
Il convegno, magistralmente condotto da Francesco Anania, è iniziato con le parole del sindaco Matteo Sciotto costruendo così la cornice dell’evento finalizzato alla comprensione.
«È necessario apprendere – ha detto il sindaco – per ripristinare il senso del calcio e capire da quale parte stare».
Grazie ai diversi progetti dell’amministrazione comunale, S. Lucia del Mela è uno dei pochi paesi che può vantare un ampio ventaglio di iniziative culturali.
Felice Gitto, Presidente del Milan club di S. Lucia del Mela, ha ringraziato il pubblico e i relatori che sin da subito si sono dimostrati disponibili e sensibili al tema.
Primo relatore della serata Salvatore Costantino, editore di Radio Milazzo, ex arbitro ed ex Presidente del Milazzo Calcio. Un addetto ai lavori che il calcio l’ha vissuto sulle pelle.
«I social hanno tolto pathos e romanticismo» ha affermato Costantino, «una volta bastava un arbitro bravo, adesso ce ne sono due oltre i guardalinee, c’è la Var, eppure il malcontento tra i tifosi cresce».
La brillante Katia Trifirò, giornalista di La Gazzetta del Sud, ha illustrato le Fake relative ai mezzi di comunicazione consultati dagli italiani, soffermandosi poi sulle differenze giornalistiche tra carta stampata e l’online, facendo notare con esempi concreti come le relazioni tra testate di matrice diversa siano inglobate nel complesso ingranaggio prodotto-consumatore.
Terzo relatore Sergio Granata, direttore di AM.
Un amante del calcio che preferisce il mondo di oggi condannando il modo in cui il calcio viene discusso, appunto, parlato nel mondo parallelo dei social, dove un rigore mancato diventa l’argomento principale dei maggiori talkshow italiani. Granata sostiene la necessità di modificare la qualità dell’approccio del pubblico e non il calcio.
Francesco Pira – giornalista, sociologo, saggista, professore universitario dal lunghissimo curriculum – che in passato è stato anche un’importante cronista sportivo, ha raccontato alla platea diverse esperienze formative rilevando le qualità perdute.
Quattro interventi apparentemente contrastanti e pieni di valore che in realtà svelano un accordo profondamente radicale tra i relatori: il calcio cambia con il cambiare della società ma in questo momento è fortemente necessario ripristinare la qualità.
Il calcio deve tornare ad essere quella narrazione di un’umanità che si mette in gioco e impara dalle sconfitte. Non triangoli amorosi, denaro, gossip e giarrettiere in guardalinee.
Bisogna tornare al profumo dell’erba accarezzata dal pallone.
Valentina Di Salvo