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Bella Ciao, conosciuta erroneamente come canzone simbolo della Resistenza

Scritto da il 25 Aprile 2020

Dalla recentissima versione ,remixata, d’uso e consumo nella serie tv La Casa de Papel alla forse, ancora più conosciuta, canzone/Inno della Resistenza, di Bella Ciao esistono molte cover. Dai Modena City Ramblers, Goran Bregovic ai Marlene Kuntz & Skin. In realtà annoverare la canzone nell’ampio catalogo dei canti della resistenza è un errore e di questo ne è testimonianza il partigiano azionista Roberto Battaglia, che nel suo libro Storia della Resistenza dedica una decina di pagine ai canti, non menzionando Bella Ciao. Oltretutto la guerriglia antitedesca e antifascista tra 1943 e 1945 fu un fenomeno estremamente frammentato sul territorio, dunque, ogni raggruppamento ideologico-territoriale di bande, brigate e divisioni cantava le proprie canzoni. Ad avvalorare la tesi si inserisce una presunta attribuzione del brano alle mondine, quindi storicamente precedente al periodo in questione e sul piano documentale, non si ha “traccia” di Bella ciao prima del 1953, momento in cui risulta comunque piuttosto diffusa.

Torniamo al punto di partenza. Perché nonostante le varie rivendicazioni succedutesi negli anni e le pochissime certezze  ancora dopo tutti questi anni Bella Ciao resta il simbolo della Resistenza? Probabilmente perché si avvertì l’esigenza di superare la frammentarietà dei canti del periodo a favore di un testo che ne celebrasse i valori senza offendere nessuno.

Da qui il mito di Bella Ciao, oggi hit!

Vi lascio all’ascolto di una delle più recenti versioni.

https://www.youtube.com/watch?v=spCdFMnQ1Fk


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