Una bella storia chiamata “Figurine Panini”
Scritto da Valentina Di Salvo il 14 Gennaio 2019
Durante la trasmissione radiofonica “Momenti in Radio”, condotta dallo speaker Francesco Anania, è intervenuto il Capo Redattore della Panini per raccontare come la raccolta di figurine sia diventata un simbolo fortemente espressivo del calcio italiano.
Non a caso si va oltre le bandiere, si collezionano tutte le squadre perché fa piacere averle vicine.
La parola al Capo Redattore Stefano Melegari.
«L’album Panini fa parte della nostra storia e questa è una delle cose più belle, un aspetto positivo di un calcio che ogni tanto passa dei messaggi discutibili. Le figurine, invece, sono trasversali e piacciono a tutti»
È cambiato qualcosa rispetto all’anno scorso?
«Ogni anno si lavora per mostrare aspetti del calcio meno conosciuti e per il momento si puntato tanto su fenomeni in evoluzione. Mi riferisco al calcio femminile. Adesso sta finalmente attraversando un momento importante con la partecipazione al mondiale della nostra nazionale. Abbiamo proprio dedicato figurine ad alcune delle protagoniste. C’è una pagina che si ripete da diverso tempo ma da quest’anno acquisisce prestigio. Il calcio è globale e internazionale, piace a uomini e donne ed è giusto che sia così. Anche questo ha un suo peso. Poi ci sono i giovani under 21. Non dobbiamo dimenticarci che alla fine di questa stagione l’Italia ospiterà proprio la fase finale del campionato europeo under 21: manifestazione importante che denota tanti futuri campioni»
Quanti album avete venduto nella vostra storia?
«Si potrebbe costruire un passaggio completo andata e ritorno da qui alla luna. Sono numeri spaventosi: 58 anni di storia. Si era partiti piano con le prime figurine storiche fatte dai fratelli Panini soltanto in Italia. Poi verso gli anni ’70 c’è stata la svolta e le figurine sono andate all’estero»
Panini non è soltanto un brand. Panini significa calcio in tutto il mondo. Arriva ovunque diventando veicolo dell’aspetto più bello del calcio.
«Mettendoci in contatto per una collezione che facciamo a livello internazionale, la New zelandese, per la Panini Fifa 365, che tra l’altro è la collezione che uscirà domani, ci è stato detto: “Per noi si avvera un sogno”. Perché entrare nell’album Panini è questo, è la realizzazione di un sogno».
È vera la leggenda delle figurine introvabili?
«No non lo è, altrimenti ci avrebbero citati per truffa! Addirittura la leggenda narra che una volta si faceva la cosiddetta mescola con il badile, erano gente di campagna quindi, dopo averla fatta, si imbustava tutto. Mi è stato raccontato dai figli dei fratelli Panini. Può capitare che magari in una zona arrivavano determinate figurine e quella che si sta cercando in modo spasmodico non si trova, questo sì, ma basta spostarsi di due o tre quartieri. Cambiare edicola e andare dall’altro lato della città può aiutare. Le figurine vengono stampate tutte nello stesso numero».
La rovesciata è sempre stata in copertina?
«Questo è un altro simbolo che rappresenta la Panini. Ogni volta che c’è una rovesciata ci arrivano diverse segnalazioni. Quando si parla della rovesciata tutti dicono: la rovesciata della Panini! È un simbolo del calcio che ormai richiamo al nostro marchio. In questo momento penso alla famosa rovesciata di Altobelli…»
Nell’album di quest’anno ci sarà anche il Milan nonostante le ultime controverse, insieme alle squadre della Champions League. La Roma, invece, inserita nella versione italiana non sarà presente in quella internazionale.
«Abbiamo dovuto fare delle scelte. Ci sono squadre messicane, sud americane, egiziana e tante altre»
Qual è stato l’anno con più vendite?
«Il 2007-08. I nostri record sono comunque il campionato del mondo. È una collezione che va ovunque e fa numeri importantissimi. Il paese con più vendite è stato il Perù perché dopo 28 anni ha fatto il mondiale ed è stato attraversato da una sorta di febbre. Addirittura c’è stato un candidato sindaco che per cercare di portare più voti promise figurine Panini dei calciatori del mondiale a chi l’avesse votato. Questo fa capire la forza simbolica della Panini».